venerdì 30 agosto 2013

Lactuca serriola L. - Asteraceae - Lattuga selvatica


Lactuca serriola L. - Asteraceae - Lattuga selvatica


Lactuca serriola L. - Asteraceae - Lattuga selvatica

Lactuca serriola L. - Asteraceae - Lattuga selvatica

Lactuca serriola L. - Asteraceae - Lattuga selvatica

Lactuca serriola L. - Asteraceae - Lattuga selvatica

Lactuca serriola L. - Asteraceae - Lattuga selvatica

Lactuca serriola L. - Asteraceae - Lattuga selvatica


Lactuca serriola L. - Asteraceae - Lattuga selvatica


foto di Pancrazio Campagna
Lactuca serriola L.
= Lactuca augustana All.,
Lactuca scariola L.

Fam.: Asteraceae
Nome italiano: Lattuga selvatica, Erba bussola, Lattona, Scarola
Nome dialettale salentino: Scarola

Pianta erbacea a ciclo annuale o biennale che alla frattura secerne un lattice bianco di sapore amaro; raggiunge un altezza di circa un metro ed è ricoperta di setole appuntite. Fusto eretto, ramificato in alto, glabro, di aspetto osseo. Le foglie basali sono appiattite al terreno, penninervie con profilo lanceolato e con profonde incisioni; hanno il margine seghettato e spinoso, spinosa anche la nervatura centrale della pagina inferiore. Le cauline sono opposte e spesso sono orientate in posizione verticale. Il frutto è un achenio di colore grigio sormontato da un pappo bianco.

Infiorescenza in pannocchie terminali con capolini avvolti in un involucro piriforme; fiori ligulati con petali di colore giallo.

Fiorisce in luglio settembre e cresce  negli incolti, lungo le strade, vecchi muri, aiuole cittadine.

Etimologia:
il nome del genere deriva dalla parola latina  "lac, láctis" = latte, per il lattice che viene prodotto alla frattura delle foglie; il nome della specie  dal latino "serrula" = piccola sega, con chiaro riferimento alla seghettatura delle foglie.
 
Proprietà: Pianta tossica come la Lactuca virosa. In passato  è stata spesso usata nella medicina popolare.  Dagli acheni vengono estratte sostanze oleose utilizzabili nell’industria.
Le giovani rosette del primo anno, quando i principi attivi e amari sono meno pronunciati, possono venir consumate, mescolate con altre erbe, bollite od anche crude in insalata.