domenica 8 giugno 2014

Quercus rubra L - Fagaceae - Quercia rossa

Quercus rubra L -Fagaceae - Quercia rossa

Quercus rubra L -Fagaceae - Quercia rossa

                                             Quercus rubra L - Fagaceae - Quercia rossa
                                               Quercus rubra L - Fagaceae - Quercia rossa
                                             Quercus rubra L - Fagaceae - Quercia rossa
                                               Quercus rubra L - Fagaceae - Quercia rossa
                                                Quercus rubra L - Fagaceae - Quercia rossa
                                              Quercus rubra L - Fagaceae - Quercia rossa
                                              Quercus rubra L - Fagaceae - Quercia rossa
 
                                                        foto di Pancrazio Campagna

Quercus rubra L.

Famiglia: Fagaceae
Nome italiano: Quercia rossa

Specie arborea, perenne, caducifoglia, con fusto eretto alto fino ad oltre 30 m.

Fusto: eretto, corteccia a lungo liscia, poi con costole ampie, lucide, separate da fessure longitudinali, poco profonde, inizialmente bruno-grigiastra poi molto scura.

Parti sotterranee: apparato radicale inizialmente fittonante, viene spesso sostituito da un ampio sistema di radici laterali.

Foglie: alterne, con picciolo lungo 2-5 cm; lamina semplice, larga 6-12 cm, lunga 10-17 cm, ellittica o obovata, con apice acuminato, margine profondamente lobato con lobi irregolarmente dentati e mucronati; lamina glabra, lucida sulla pagina superiore, verde opaca sulla pagina inferiore. In autunno la foglia diventa rossa o rosso-bruna, da cui l'epiteto specifico.

Fiori: unisessuali (pianta monoica); fiori maschili poco vistosi, giallo-verdastri, in amenti penduli; fiori femminili solitari o 2-3 sessili su un peduncolo comune.

Frutti:  ghiande, sessili, lunghe 1.5-3 cm, subsferiche, racchiuse per 1/3 o meno da una cupula larga e schiacciata. Le ghiande maturano in due anni. 

Specie neofita di origine Nord Americana, introdotta in Europa a scopo ornamentale e selvicolturale, a cavallo fra XVII e XVIII secolo.

In Italia la prima segnalazione di coltivazione è del 1812, presso l’Orto Botanico di Brera. A partire dal 1922, ma soprattutto fra gli anni '40-'60, è stata utilizzata in rimboschimenti di aree planiziali e pedemontane per la rapidità di crescita e la maggiore resistenza verso le comuni patologie delle querce autoctone. Nelle aree di introduzione ha presto mostrato notevole capacità di diffusione e di sostituzione delle specie autoctone
 
 
 
 
Fonte:
Gruppo di Lavoro Specie Esotiche della Regione Piemonte (a cura del), 2013.