domenica 5 febbraio 2012

Lathyrus aphaca L - Fabaceae - Cicerchia bastarda

Lathyrus aphaca L - Fabaceae - Cicerchia bastarda
Lathyrus aphaca L - Fabaceae - Cicerchia bastarda
Lathyrus aphaca L - Fabaceae - Cicerchia bastarda
Lathyrus aphaca L - Fabaceae - Cicerchia bastarda
Lathyrus aphaca L - Fabaceae - Cicerchia bastarda

foto di Pancrazio Campagna


Lathyrus aphaca L.
Fam.: Fabaceae
Nome italiano: Cicerchia bastarda, Majorella, Fior-galletto. Afaga, Mullaghera, Vetriolo

Pianta annua alta 10-30 cm con fusti diffusi ascendenti, ramosi alla base. Foglie con porzione laminare ridotta alle sole stipole, che sono astate; lembo trasformato in cirro. Fiori ermafroditi, generalmente solitari, o appaiati, portati da lunghi peduncoli posti all'ascella delle stipole. Calice con corolla gialla lunga 6-18 mm. Il frutto è un baccello lungo 20-35 mm. 
Fiorisce in aprile-giugno e cresce negli incolti e nei campi di frumento dove è infestante. Presente in tutto il territorio nazionale con la sola eccezione della Val d'Aosta.
Etimologia:
Il nome del genere deriva dalla parola greca "Latrhyros" e questo da "La", intensificativo e da "thero" = io sono nascosto. Il nome della specie "aphaca" deriva dalla parola greca "Aphake" = veccia, cicerchia.
In passato i semi delle cicerchie selvatiche venivano usati nell'alimentazione umana, specialmente durante le carestie. L'uso prolungato causava spesso una grave sindrome neurologica detta "latirismo" dovuta alla presenza nei semi di un aminoacido tossico.


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