venerdì 23 maggio 2014

Myosotis arvensis (L.) Hill - Boraginaceae - Nontiscordardime dei campi

Myosotis arvensis (L.) Hill - Boraginaceae - Nontiscordardime dei campi

Myosotis arvensis (L.) Hill - Boraginaceae - Nontiscordardime dei campi

Myosotis arvensis (L.) Hill - Boraginaceae - Nontiscordardime dei campi

Myosotis arvensis (L.) Hill - Boraginaceae - Nontiscordardime dei campi

Myosotis arvensis (L.) Hill - Boraginaceae - Nontiscordardime dei campi

Myosotis arvensis (L.) Hill - Boraginaceae - Nontiscordardime dei campi

Myosotis arvensis (L.) Hill - Boraginaceae - Nontiscordardime dei campi

Myosotis arvensis (L.) Hill - Boraginaceae - Nontiscordardime dei campi

foto di Pancrazio Campagna
Myosotis arvensis (L.) Hill
= Myosotis scorpioides var. arvensis L.
= Myosotis intermedia Link

Famiglia: Boraginaceae
Nome italiano: Nontiscordardime dei campi, Nontiscordardimè minore


Pianta erbacea annua alta da 10 a 60 cm con fusto eretto prostrato ascendente e  ramoso cosparso di  peli diritti. Le foglie basali sono sub-sessili acute di forma lanceolata e lunghe da 3 a 8 cm. Le foglie cauline sono più piccole e provviste di numerosi peli appressati. L'infiorescenza è di tipo scorpioide all'apice del caule breve e densa. I fiori hanno corolla blu chiaro, gialla al centro; petali uniti a coppa. I frutti sono nucule ovate, con apice acuto, base arrotondata, verdastri, ma bruno-nerastre alla maturazione.
Fiorisce in aprile-luglio e cresce negli incolti, margini di strade, pascoli ecc.

Etimologia:
Il nome del genere deriva dalle parole greche  "mys, myos" = topo  e "otós" = orecchio: orecchio di topo; il nome della specie dal latino "arvum" = campo: dei campi.

giovedì 22 maggio 2014

Ginkgo biloba L. - Ginkgoaceae -Ginkgo

Ginkgo biloba L. - Ginkgoaceae -Ginkgo


Ginkgo biloba L. - Ginkgoaceae -Ginkgo

Ginkgo biloba L. - Ginkgoaceae -Ginkgo

Ginkgo biloba L. - Ginkgoaceae -Ginkgo

Ginkgo biloba L. - Ginkgoaceae -Ginkgo

Ginkgo biloba L. - Ginkgoaceae -Ginkgo

Ginkgo biloba L. - Ginkgoaceae -Ginkgo

Ginkgo biloba L. - Ginkgoaceae -Ginkgo

Albero fotografato a Oleggio (NO) - PIE

foto di Pancrazio Campagna
Ginkgo biloba L.

Famiglia:_Ginkgoaceae
Nome italiano: Ginkgo

Pianta legnosa con portamento arboreo, molto longeva che può raggiungere un'altezza fino a 40 metri. E' pianta dioica: gli alberi maschili hanno chioma conica, quelli femminili chioma più espansa. Il fusto ha corteccia grigio-chiara brunastra ed è liscio nei giovani esemplari e screpolato negli adulti. Le foglie hanno un picciolo di 3-8 cm, forma a ventaglio, nervatura parallela, margine intero e spesso presenta una profonda incisione che divide la foglia in due lobi. In autunno si presentono con colorazione giallo-dorata. L'infiorescenza è a grappolo all'ascella di brattee squamiformi e i fiori sono maschili e femminili.
Il frutto è una drupa di forma ovoide.
La pianta è originaria della Cina ed è stata introdotta in Italia a scopo ornamentale per la forma delle foglie. Solo in Piemonte è presente come avventizia. 

Fiorisce in maggio÷luglio.

Questa pianta è una delle più arcaiche piante esistenti in quanto la sua origine risale all'era mesozoica (circa 270 milioni di anni fa).

Proprietà:
Le foglie  vengono utilizzate nella medicina tradizionale cinese sin dall'antichità per le loro proprietà antiossidanti e neuroprotettive. Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato l'utilità di alcune sostanze estratte dalla pianta nella cura delle malattie relative alla demenza senile compreso il morbo di Alzheimer.
La parte esterna del frutto, maleodorante, è tossica: contiene acido butirrico, mentre  i "semi"  decorticati, hanno un sapore particolare e vengono consumati da soli torrefatti oppure utilizzati in cucina sia dai cinesi che dai giapponesi.

mercoledì 21 maggio 2014

Betula pendula Roth - Betulaceae - Betulla comune

Betula pendula Roth - Betulaceae - Betulla comune

Betula pendula Roth - Betulaceae - Betulla comune

Betula pendula Roth - Betulaceae - Betulla comune

Betula pendula Roth - Betulaceae - Betulla comune

Betula pendula Roth - Betulaceae - Betulla comune

Betula pendula Roth - Betulaceae - Betulla comune

Betula pendula Roth - Betulaceae - Betulla comune

Betula pendula Roth - Betulaceae - Betulla comune

foto di Pancrazio Campagna
Betula pendula Roth

Fam.: Betulaceae
Nome italiano:  Betulla comune, Betulla verrucosa, Betulla, verrucosa, verruccosa, Barancio, Bidollo, bianca, d'argento


Albero con tronco eretto con rami primari ascendenti e rami secondari ricadenti e penduli. Può raggiungere un'altezza di 30 metri. La corteccia è liscia e sottile e, nell'albero adulto,  si desquama in sottili strisce orizzontale di color argento. I rami secondari (ramuli) presentano numerose verruche ghiandaloso-resinose. Le foglie, decidue, provviste di picciolo, hanno forma da triangolare a romboidale con margine dentato; la  pagina superiore è  di colore verde intenso mentre l'inferiore è grigio-verde. In autunno le foglie hanno una caratteristica colorazione giallo-dorata. I fiori sono unisessuali: i maschili sono amenti giallastri lunghi 3-8 cm, quelli femminili sono più brevi (1- 2 cm). I frutti sono acheni muniti di due alette.
 
Fiorisce in marzo-maggio. E' presente su quasi tutto il territorio nazionale, ma manca in Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. La si trova in boschi puri (betulleti) o anche in piccoli gruppi sia nei boschi di latifoglia che di conifere.
 
Proprietà:
la betulla viene utilizzata come pianta ornamentale e il suo legno trova impiego nell'industria del mobile. In erboristeria viene utilizzata per le seguenti sue proprietà: diuretiche, antibiotiche, antinfiammatorie.
Viene comunemente utilizzata da sempre per il drenaggio delle vie urinarie, come coadiuvante nel trattamento della cellulite, nella prevenzione di calcoli renali e renella, ma anche nella cura della gotta .
La Betulla viene anche usata come coadiuvante nell’ipercolesterolemia
.
 
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche sono indicate a mero scopo informativo e devono essere prescritte e consigliate dal medico.

 





lunedì 19 maggio 2014

Calopterygidae - Calopteryx virgo (Linnaeus, 1758) - maschio

Calopterygidae - Calopteryx virgo (Linnaeus, 1758)


Calopterygidae - Calopteryx virgo (Linnaeus, 1758) - maschio

foto di Pancrazio Campagna

Calopteryx virgo (Linnaeus, 1758)

Calopterygidae

I maschi (33-39 mm) si distinguono dagli altri congeneri per le ali più larghe e arrotondate, che sono quasi completamente blu. La superficie ventrale degli ultimi segmenti addominali dei maschi è rosata. Le femmine, di colore verde metallico, hanno ali soffuse di bruno.

Vola da maggio a ottobre. Le larve vivono esclusivamente in acque correnti, con una netta preferenza per quelle boschive di ridotte dimensioni, fresche o fredde, ombrose e ben ossigenate.

 

sabato 17 maggio 2014

Amorpha fruticosa L. - Fabaceae - Indaco bastardo

Amorpha fruticosa L. - Fabaceae - Indaco bastardo

Amorpha fruticosa L. - Fabaceae - Indaco bastardo

Amorpha fruticosa L. - Fabaceae - Indaco bastardo

Amorpha fruticosa L. - Fabaceae - Indaco bastardo


Amorpha fruticosa L. - Fabaceae - Indaco bastardo

Amorpha fruticosa L. - Fabaceae - Indaco bastardo

Amorpha fruticosa L. - Fabaceae - Indaco bastardo


Amorpha fruticosa L. - Fabaceae - Indaco bastardo

foto di Pancrazio Campagna
Amorpha fruticosa L.

Fam.: Fabaceae
Nome italiano: Indaco bastardo, Amorfa,  Falso indaco, amorfa cespugliosa

Pianta arbustiva con chioma espansa alta fino a 5 m. Fusto sinuoso e ramoso con corteccia grigiastra o bruno rossastra. Foglie imparipennate con 11-25 foglioline ellittiche che somigliano a quelle della Robinia pseudoacacia, pianta con la quale spesso condivide l'habitat e con la quale si può confondere quando mancano i fiori. Fiori racemosi all'ascella delle foglie con corolle accartocciate di colore violetto. Il frutto è un legume indeiscente contenente uno o due semi di forma oblungo-curvata.
 
Fiorisce in maggio-luglio e cresce lungo le sponde di fiumi e corsi d'acqua e nelle zone umide in genere.
 
La pianta è stata introdotta in Italia per essere coltivata a scopo ornamentale, ma ben presto si è dimostrata infestante causa la facilità di riproduzione. E' presente in tutte le Regioni italiane con la sola esclusione della Sicilia.
 
Etimologia:
Il nome del genere vuol dire senza forma per i fiori che sono privi di ali e di carena; il nome della specie si riferisce all'aspetto dell'arbusto ramificato sin dalla base.

Proprietà e usi:
E' PIANTA TOSSICA dalla quale si estrae una sostanza utilizzata come insetticida.

mercoledì 14 maggio 2014

Onobrychis viciifolia Scop. - Fabaceae - Fieno santo

Onobrychis viciifolia Scop. - Fabaceae - Fieno santo

Onobrychis viciifolia Scop. - Fabaceae - Fieno santo

Onobrychis viciifolia Scop. - Fabaceae - Fieno santo


Onobrychis viciifolia Scop. - Fabaceae - Fieno santo

Onobrychis viciifolia Scop. - Fabaceae - Fieno santo
 

Onobrychis viciifolia Scop. - Fabaceae - Fieno santo
 

Onobrychis viciifolia Scop. - Fabaceae - Fieno santo
 

Onobrychis viciifolia Scop. - Fabaceae - Fieno santo
 

Onobrychis viciifolia Scop. - Fabaceae - Fieno santo
 foto di Pancrazio Campagna

Onobrychis  viciifolia Scop.
= Onobrychis sativa Lam.

Fam:. Fabaceae
Nome italiano: Crocetta, Fieno santo, Lupinella, Lupinella comune, Cedrangola


Pianta  erbacea perenne alta 40-75 cm, con radice fittonante e fusto semplice, eretto  e un po' ramificato.
Le foglie sono imparipennate, picciolate le inferiori,  sessili quelle superiori ed hanno forma ellittica. Infiorescenza in racemi apicali  di forma piramidale. Calice con peli appressati diviso in 5 denti lanceolato-lesiniformi. Corolla papilionacea di colore rosa-porporino a volte bianco. Il frutto è un legume indeiscente contenente un seme reniforme  di colore bruno-verdastro.
 
Fiorisce in maggio-agosto e cresce allo stato spontaneo nei prati, nei pascoli, negli incolti, ai margini stradali. In Italia è ampiamente coltivata come pianta foraggera per le sue alte proprietà nutritive. E' molto apprezzata dagli animali da pascolo e molto ricercata dalle api.
 
Etimologia:
La parola "Onobrychis"deriva dalle parole  greche "ónos" asino e "brýkho" = io digrigno i denti, mastico, per indicare che la pianta è gradita all'asino; il nome della specie "viciifolia" vuol dire con foglie simili a quelle della veccia.

Luzula nivea (Nathh.) DC. - Juncaceae - Erba lucciola maggiore

 


Luzula nivea (Nathh.) DC. - Juncaceae - Erba lucciola maggiore

Luzula nivea (Nathh.) DC. - Juncaceae - Erba lucciola maggiore

Luzula nivea (Nathh.) DC. - Juncaceae - Erba lucciola maggiore

Luzula nivea (Nathh.) DC. - Juncaceae - Erba lucciola maggiore

Luzula nivea (Nathh.) DC. - Juncaceae - Erba lucciola maggiore

Luzula nivea (Nathh.) DC. - Juncaceae - Erba lucciola maggiore

Luzula nivea (Nathh.) DC. - Juncaceae - Erba lucciola maggiore
 
Luzula nivea (Nathh.) DC. - Juncaceae - Erba lucciola maggiore

foto di Pancrazio Campagna
 
Luzula nivea (Nathh.) DC.

Famiglia: Juncaceae
Nome3 italiano: Erba lucciola maggiore


Luzula nivea è una pianta erbacea perenne cespitosa appartenente alla famiglia delle Juncaceae. Ha fogliame fine e peloso di colore verde scuro  e infiorescenza bianca corimbosa.
Cresce nei boschi e ama il terreno ricco e umifero. Raggiunge un'altezza di 40 - 60 cm.
Fiorisce in maggio-luglio ed in Italia è presente nelle seguenti regioni: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche. Assente nel Salento.
Si coltiva anche a scopo ornamentale.
 
Etimologia:
Il nome del Genere  deriva dalla parola latina "lucere" che significa brillare, per le infiorescenze che brillano quando sono  bagnate dalla rugiada; il nome della specie  si riferisce ai tepali di colore bianco come la neve.
 
N.B. Questa pianta è stata fotografata a Cameri (NO) nel Parco Naturale Valle del Ticino.