Portinnesto selezionato in Austria all’inizio del ‘900. Si è ampiamente diffuso
per la plasticità di adattamento ai diversi tipi di terreno e per la buona
affinità d’innesto. Vigoroso, viene preferibilmente utilizzato nei terreni
freschi di pianura o di media collina, pesanti ed argillosi purché non
eccessivamente siccitosi.
L’utilizzo del portinnesto nella vite avviene, nel vecchio mondo, alla fine
dell’800, dopo che un temibile parassita, la fillossera (Philloxera vastatrix),
che attaccava le radici della Vitis vinifera, falcidiò i vigneti di tutta
l’Europa. Alcuni studiosi francesi, tra cui Gustave Foex di Montpellier, notò
che le radici di specie selvatiche americane erano resistenti al temibile afide
e pensò di innestare la vite europea su queste ultime. Il risultato fu quello
sperato e questo è considerato oggi il primo esempio riuscito di lotta
biologica.
Etimologia:
il nome del genere dal latino "vitis" = tralcio di vite, sarmento,
usato pure per indicare la vite, ma anche altre piante
rampicanti; il nome della specie "berlandieri" è in onore del botanico belga Jean Louis
Berlandier (1805-1851); riparia: da "ripa" = riva, che sta sulle rive.
Proprietà e usi:
viene coltivato per essere utilizzato come portainnesto della Vitis vinifera. Si è naturalizzato in alcune regioni.
Fonti:
Nessun commento:
Posta un commento